I tortellini in brodo alla modenese
Come molto spesso accade, dietro ai piatti della cucina tradizionale emiliana si trova una storia antica, suggestiva, fatta di verità e leggende. La prima testimonianza dei tortellini modenesi risale addirittura a una pergamena datata 1112. Le prime ricette vengono, invece, formalizzate nel XIV e, da allora, questo simbolo del nostro territorio ha visto sofisticazioni e perfezionamenti che ci hanno consegnato il sublime equilibrio fra sapori e consistenze che oggi conosciamo.
I tortellini fatti a mano: ingredienti e pasta fresca
Il ripieno dei tortellini in brodo è, senza alcun dubbio, una delle parti su cui più si è sperimentato. È lo stesso Artusi che nel suo celebre “La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene” scrive dell’impasto di mortadella e prosciutto che oggi viene esportato in tutto il mondo. È il XIX secolo e, da allora, il tortellino tradizionale non ha visto particolari modifiche. Come indicato dall’Accademia italiana della cucina nel 1974, dentro una sfoglia di farina e uova viene cullata l’amalgama di lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, Parmigiano-Reggiano, uova e noce moscata. Una volta conferita la forma tipica, si procede con la preparazione di un brodo denso a base di cappone, gallina o carne di manzo. Questa è la procedura che, ancora oggi, seguiamo all’80° Miglio per portare in tavola il meglio che la nostra città sa offrire.
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